Pasolini a Matera: i 50 anni del Vangelo secondo Matteo
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- Scritto da Dario D'Orta
Il Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna di Palazzo Lanfranchi a Matera ospita la mostra “Pasolini a Matera - Il Vangelo secondo Matteo cinquant’anni dopo - Nuove tecniche di immagine: arte, cinema, fotografia”, curata da Marta Ragozzino, Soprintendente BSAE per la Basilicata e Giuseppe Appella, Direttore del MUSMA, con Ermanno Taviani, Professore di Storia Contemporanea all’Università di Catania e la collaborazione di Paride Leporace, Direttore della Lucana Film Commission. Un’appendice della mostra è presso il MUSMA - Museo della scultura contemporanea di Matera.
Obiettivo della mostra - aperta al pubblico fino al 9 novembre 2014 - è quello di mettere a fuoco, in maniera particolarmente approfondita e grazie a una narrazione originale, la genesi del capolavoro pasoliniano e il rapporto del regista con la città di Matera, che nell’estate del 1964, sotto un sole “ferocemente antico”, divenne Gerusalemme.
L’occasione è preziosa per rileggere, attraverso la scelta di Pasolini e la vicenda del set principale nella città dei Sassi, un momento importante nella storia di Matera, negli anni della vergogna nazionale, dello svuotamento e abbandono degli antichi rioni, la cui popolazione venne trasferita nei nuovi quartieri della città laboratorio. In questi anni Matera, teatro di profonde contraddizioni, divenne meta privilegiata di artisti, fotografi, registi, documentaristi, antropologi, intellettuali, sociologi, architetti ed urbanisti, che con le loro testimonianze, spesso straordinarie, hanno contribuito a dar forma ad un’immagine della città e dell’intero Mezzogiorno.
La mostra, divisa in sei sezioni, racconta la storia e i luoghi del Vangelo in relazione al clima culturale e artistico lucano e italiano di quegli anni.
Si è inteso ricostruire il doppio contesto del film, quello dell’ideazione ed elaborazione creativa tra Roma ed Assisi e la Palestina tra il 1962 e il 1964 e quello della realizzazione delle riprese, del montaggio e della produzione del film.
L’allestimento si distingue per una forte connotazione multimediale e interattiva basata sul modello delle stazioni creative e una narrazione estremamente visiva, resa possibile grazie al montaggio creativo di documenti originali, dipinti, disegni, fotografie, spezzoni cinematografici, interviste, materiale bibliografico ed oggetti tridimensionali (tra i quali la macchina da presa del regista e i costumi originali del film), per favorire una lettura a più livelli di approfondimento, comprensibile da tutti i diversi pubblici a cui il progetto intende rivolgersi, in un’ottica fortemente inclusiva.
Fonte: www.beniculturali.it
NB. La mostra è stata prorogata al 25 gennaio 2015 (Data aggiornamento: 29 Ottobre 2014)