La solitudine urbana di Wim Wenders
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- Scritto da Dario D'Orta
Wim Wenders (Düsseldorf 1945) è uno dei principali protagonisti del Nuovo Cinema Tedesco fin dagli anni ’70. La sua prolifica attività di film maker è parallela a quella di fotografo che si focalizza principalmente sul tema del paesaggio. La fotografia assume un ruolo fondamentale nella descrizione di atmosfere sospese, nella realizzazione di immagini pregnanti di luoghi desolati o di scenari urbani in cui il tempo è all’opera.
Ad otto anni dalla sua ultima mostra fotografica a Roma, Urban Solitude - a Palazzo Incontro, in via dei Prefetti a Roma, dal 18 aprile al 6 luglio 2014 - offre una visione ampia e variegata dello sguardo di Wim Wenders sulla realtà.
La fotografia, rigorosamente analogica, è per Wenders strumento per fissare, catturare e preservare una realtà dalla quale l’uomo si sta progressivamente allontanando rapito dalla virtualità dell’epoca contemporanea e favorito dall’utilizzo delle nuove tecnologie digitali. La mostra presenta venticinque fotografie in cui il tema del paesaggio urbano, caro all’artista, si intreccia indissolubilmente con quello della memoria. Ad un primo nucleo specificamente rivolto all’indagine sugli scenari urbani, in cui è evidente l’influenza dello sguardo di Edward Hopper sulla realtà americana, se ne affianca un altro più recente e forse più intimo. Tratte dalla serie intitolata Places, strange and quite del 2013, queste immagini ben esprimono una personale visione del mondo che cambia e rispecchiano i filoni principali della ricerca di Wenders: la percezione diretta della realtà nel vedere e nel viaggiare.
La mostra, curata da Adriana Rispoli, è promossa dalla Regione Lazio nell’ambito del Progetto ABC Arte Bellezza Cultura e organizzata da Incontri Internazionali d’Arte e Civita.
Fonte: www.fandangoincontro.it